
Nessuno spalerà la neve oltre il recinto,
nessuno la torrà dai nostri crani nudi,
nessuno griderà “Libertà”,
ma parole in una lingua ignota,
abbaiare rabbioso di cani,
vento dall’Alpe di Baviera.
E la neve tornerà su di noi,
la fame ci scaverà le viscere,
il gelo ci piegherà le ginocchia,
Non più grida a Colui che non ascolta,
né l’attesa della Primavera.
Chi preparerà per noi una fossa,
chi poserà una pietra e una data
se non siamo che un poco di fumo
e un pugno di cenere?
Centotrentottomila i morti di Dachau:
pochi perché il cielo ne abbui,
troppi per la memoria degli uomini.
Giovanni Melodia (Italia, 1915-2003). Prisionero deportado a Dachau. Ensayista.