Oceano, cucina
I
Verrebbe da dire: me la sono cavata,
fermo stanotte al tavolo della cucina
mentre qui intorno nelle migliaia di appartamenti
come in strani cunicoli sospesi per l'aria dormono tutti
e l'argento della pioggia finisce nel buio.
Verrebbe da dire:
me la cavo con l'affitto e sorrido ai miei debiti, ma
cos'è ancora questo vino luminoso
e violasangue che mi esce tra i denti,
le notizie come stelle terribili in mente
non si dissolvono i fantasmi d'amore seduti,
la luce sale, li sbianca, sono il viso
di donne, le mani di stracci, carta pesta
e amici che si voltano nell'acqua degli anni.
Il mio amore non sta ancora fermo,
mi alzo ed esco in terrazzo, il cuore è un puma
sulle alture, ho gli occhi di mio figlio,
stanotte é la prima notte del mondo.
II
Verrebbe da dire: me la posso
cavare. Ma una volta mi fermai
sul molo di Stone Island
in un mattino splendido, ghiacciato
nel mezzo della corsa
della mia esistenza e sentii
tutta l'oscurità del mare,
l'enigma, il suo respirare
che arriva in questa cucina, in una città
italiana, nel silenzio spogliato,
ed è il vibrare del frigorifero
a trovare la stessa nota dell'oceano,
la luce del video
acceso a nessuno
rende a queste stanze un chiarore di fondale.
Verrebbe da dire : me la sono
cavata, ma non è mai detto e non è
nemmeno giusto da dire
se l'infinito un giorno
e molti giorni in una vita
ti viene a visitare.
Davide Rondoni (Forlì, Italia, 1964). Licenciado en Literatura Italiana por la Universidad de Bologna. Poeta, dramaturgo, ensayista y antólogo. Fundador y director del Centro de Poesía Contemporá de la misma Universidad. Fundador y director de la revista clanDestino. Director artístico del festival "Dante 09" de Ravenna. Crítico literario para el suplemento dominical de Il Sole 24 Ore. Imparte cursos de poesía en diversas universidades italianas y norteamericanas. Sus antologías de poesía han sido publicadas en varios países europeos y en los EEUU.