Auro D'Alba

La povera gioia

Bisogna che tu mi perdoni
le povere gioie passate.
Se volli bagnarmi di sole
il pallido viso,.se i buoni
penslerl ml arrlsero un poco,
se ebbi tranquille parole
per questa mia inutile vita,
tu sai, la mia povera gioia è finita.

Tu vedi le piccole case
lontane e non sogni - mai Più -
mi pensi un novello Gesù
beato per lungo martirio,
mi vedi nel cupo delirio
dell'ore future e non piangi
per questa mia inutile vita:
tu sai, la mia povera gioia è finita.

Le porte che invano ho battute,
le soglie che invano passai
dischiudono i legni che inermi
raccolsero il grido. Là, in fondo,
c'è un pianto, un silenzio profondo;
nell'orto i girasoli infermi,
un raggio di luna sbianchita,
che sa: la mia povera gioia è finita.

O bianca malata che invano
ascolti a le porte crudeli
se gli abitatori infedeli
lasciarono un segno di vita,
su, dammi la piccola mano
sul tenue fianco avvilita,
e piangi: la povera gioia è finita.


Auro D'Alba, pseudonimo di Umberto Bottone (Schiavi di Abruzzo, Italia, 1888 – Roma, 1965). Poeta.